Cantiere Navale Di Donato


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LA STORIA

Una delle due imbarcazioni del famosissimo Films di "CLEOPATRA" realizzata dal Maestro D'ascia MATTIA DI DONATO

LA NOSTRA STORIA

L'avventura ha inizio alla fine del secolo scorso quando Di donato Mattia, bisnonno dell'attuale amministratore del cantiere, inizio a a costruire barche in un paese alle falde del vesuvio:TORRE DEL GRECO.Il bisnonno Mattia soprannominato "Zampogna" perche' amava ripetere che il lavoro si inizia all'improssimarsi del Natale,unitamente a ad altri carpentieri torresi, si dedicava alla costruzione di coralline e pescherecci. La famiglia Di Donato con il bisnonno Mattia ed i figli luigi, raimondo e pasquale,padre del maestro D'ascia Mattia, a sua volta padre dell'attuale amministratore, aveva gia raggiunto una solida ed affermata esperienza e notorieta' che continua ancora oggi con il Cantiere Navale Di Donato Mattia S.r.l.che e sito nel porto di Torre del Greco alla Spiaggia del porto n°8 .L'attuale Cantiere ha abbandonato la dimensione di impresa familiare per collocarsi in una realta' imprenditoriale piu' consona alle reali capacita' produttive ed alle dimensioni aziendali, pur tuttavia continuando a perfezionare tecniche artigiane che hanno consentito il raggiungimento di ambiti traguardi in italia ed all'estero nella costruzione in legno.Di Donato Mattia insieme al figlio Pasquale anch'egli maestro d'ascia, e da poco anche il figlio Mattia, coniugano tecnologie d'avanguardia con l'esperienza, la capacita' e la maestria di oltre cent'anni di attivita'.La costruzione,riparazione, restauro e ristrutturazione di scafi d'epoca e non ultima il profilo della nave di NEMI,si coniugano benissimo con la costruzione de un MS25 barca dell'anno al Salone di genova nell'anno 2000 ,scafo a vela in legno lamellare incollato interamente in epossidico.La tradizione della costruzione ,riparazione e ristrutturazione di scafi in legno resta l'attivita' principale insieme alla riparazione di scafi in metallo e vetroresina.


La ricostruzione della Prima Nave di Nemi


ARCHEOLOGIA . E iniziata la ricostruzione dell' antico natante trovato in fondo al lago
Rinasce a Nemi la nave di Caligola

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ ARCHEOLOGIA . E iniziata la ricostruzione dell' antico natante trovato in fondo al lago TITOLO: Rinasce a Nemi la nave di Caligola - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Una delle due antiche navi romane, recuperate tra il 1927 e il 1932 in fondo al lago di Nemi e distrutte da un incendio doloso nel 1944, potrebbe tornare a galleggiare sull' acqua dello Specchio di Diana completamente ricostruita in dimensione reale (70 metri per 20). Il progetto, presentato due anni fa dall' associazione Dianae Lacus, sta per essere realizzato. La costruzione della nave e' infatti iniziata il 1 settembre scorso presso i cantieri navali di Torre del Greco. La struttura prodiera, alta nove metri e lunga quindici, verra' trasportata e montata sulle rive del lago e infine restera' ormeggiata davanti al Museo delle Navi. Fu proprio nelle sale di questo museo che rimasero esposte per una decina di anni le imbarcazioni originali, dopo essere state recuperate in seguito al parziale prosciugamento del lago. Finche' nella notte del 31 maggio ' 44, alcuni vandali non appiccarono il fuoco. L' Associazione Dianae Lacus sognava da anni di far rinascere almeno una delle due navi. Ora il sogno si sta per avverare. Con i rilievi eseguiti dal Genio navale nel ' 40, l' associazione ha interpellato costruttori, archeologi e architetti. Ha avviato i contatti per formare una commissione scientifica internazionale alla quale affidare la supervisione del progetto. Ha cercato i finanziamenti di sponsor privati e della Comunita' europea. Veri capolavori di ingegneria, costruite con legni pregiati, rivestite di marmi e mosaici, dotate persino di circuiti per l' acqua fredda e calda a bordo, le navi furono sicuramente ordinate da Caligola. Ma gli studiosi sono incerti sulla loro funzione. Forse erano destinate al culto di Diana, associato a quello della dea egizia Iside, altra divinita' lunare, alla quale l' imperatore era particolarmente devoto. O forse erano semplicemente impiegate per una vacanza ristoratrice dell' imperatore e della sua corte durante l' afa estiva. La copia ospitera' concerti e mostre e sara' oggetto di studi sulle proprieta' idrodinamiche dei natanti antichi sulle acque interne.
Colonnelli Lauretta



nemial Museo delle Navidi Bruna MaciociIl montaggio dell’intera chiglia centrale e delle ruote di prua e di poppa della prima Nave romana del lago di Nemi, l’inaugurazione di una Mostra degli studi e dei progetti per la ricostruzione della Nave e di modellismo navale antico, nonché l’annuncio della istituzione di un premio letterario dedicato a temi riguardanti il bacino del Lago, sono gli eventi che si sono svolti nel corso di una manifestazione che si è tenuta a giugno presso il Museo delle Navi di Nemi.Alla presenza dei Sindaci di Nemi e Genzano, i cui Comuni hanno dato il loro patrocinio, e dei primi cittadini di Ceyrat (Francia), Great Wantham (Gran Bretagna) e Beritzhausen (Germania) che sostengono il Progetto di ricostruzione della Nave presso l’Unione Europea, è stato effettuato il montaggio della chiglia centrale e della poppa della prima Nave romana, a completamento della struttura di prua già realizzata in modo da aver ricostruire l’intero profilo della Nave per oltre 70 metri complessivi.Si tratta della fase 2a del "Progetto Diana" promosso e gestito dall’Associazione Dianae Lacus di Nemi, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per il Lazio, che prevede, dopo la ricostruzione della prima Nave romana a dimensione reale, il suo ancoraggio dinanzi al Museo.Progettata sotto la guida storica, archeologica e tecnica dello studioso di archeologia navale Marco Bonino, la struttura è stata realizzata dai Cantieri Navali di Torre del Greco, presso Napoli, coordinati dal Maestro d’ascia Mattia Di Donato, con il contributo finanziario della Regione Lazio, della Banca di Roma e dell’ing. Umberto Ucelli, figlio di Guido Ucelli che diresse i lavori di recupero dei due relitti delle navi, tra il 1927 ed il 1932, successivamente distrutti durante la guerra.Allo scopo, infine, di rilanciare il patrimonio storico e culturale dell’area nemorense, l’Associazione Dianae Lacus e l’Associazione culturale "Voce Romana", in collaborazione con la Pro Loco di Nemi, hanno annunciato l’istituzione del Premio letterario "Dianae Nemus" da assegnare ogni anno ad un autore o autrice di opere letterarie aventi come tema il Lago ed il suo territorio.Il Premio è stato dedicato a Guido Ucelli, in ricordo dell’opera da lui svolta negli anni trenta per il recupero dal Lago delle due Navi imperiali romane.

TORRE DEL GRECO (NA): riprodotta la sezione centrale dell'imbarcazione romana rinvenuta ad Ercolano(27.02.03)
barca di nove metri, un esemplare di un gozzo risalente al I secolo dC., affiorato ventanni fa ad Ercolano sta per essere riprodotto.ù precisamente Mattia Di Donato, titolare degli omonimi cantieri navali di Torre Del Greco, ne sta ricostruendo la sezione maestra.metri di scafo, con la chiglla e tutto quanto serve per dare l'idea di cosa fosse quel natante.clone del gozzo di Ercolano è stato deciso dalle Soprintendenze archeologiche di Pompei e Napoli, dalla Regione e dal ministero per i Beni culturali per la mostra «Pompei, storie da un'eruzione" allestita al Museo Nazionale, visto che l'originale era Impossibile trasportarlo.barca troverà alloggio al primo piano, poco prima del grande Salone della Meridiana.costruire chiglia e ordinate è stato usato legno di quercia, per il fasciame, invece tavole di pino in quanto lo scafo fu realizzato interamente con legni di origine mediterranea.tavole della barca sono collegate tra loro attraverso un sistema di incastri a mortase e tenoni e bloccati allo scafo con cavicchi di legno., per rendere maggiormente saldo il natante, le ordinate sono state riforzate con chiodi di rame a testa bombata.reperto è presente anche un sistema di timoneria a «remo esterno" che gli esperti giudicano di grande interesse in quanto attualmente rappresenta l'unico esempio giunto sino a noi perchè, tra le imbarcazioni d'epoca romana recuperate, quella ercolanese è la sola che abbia conservato lo scafo integro sino al timone.quale fosse stato l'impiego della barca ci sono solo delle ipotesi. Forse, dicono gli esperti, era usata per la pesca sotto costa.
(fonte: Il Mattino di Napoli)



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